mercoledì 29 maggio 2013

“Il cassetto delle parole nuove” di Monica Cantieni

IL CASSETTO DELLE PAROLE NUOVE
di Monica Cantieni
Longanesi 
La bambina protagonista di questo romanzo, io narrante della storia, è stata comprata da un orfanotrofio per 365 franchi dopo essere stata data in prova alla famiglia adottiva come fosse stata un oggetto, come uno di quei salotti che i suoi futuri genitori avevano restituito al venditore perché del colore sbagliato o perché troppo scomodi.
Ma adottare una bambina è “per sempre” ed i genitori preoccupati per i problemi di vista, di comprensione e di costituzione della piccola, decidono di portarla da un dottore che spiega loro che spesso i bambini “che entrano dalla porta” maturano più lentamente di quelli che nascono in una famiglia.

Il padre trova un ingegnoso metodo per aiutare la figlia e inizia così il gioco delle parole. Ogni nuova parola viene scritta su un foglietto ed inserita in una scatolina che a sua volta sarà catalogata scrupolosamente. Ci sarà la scatola delle parole per “ieri”, quella per “adesso” e quella per “domani”. 
Ci saranno anche tante altre scatole come ad esempio quella delle “malattie” o quella dedicata a “probabilità/speranza” dove verrà inserita la parola “fortuna” perché la fortuna la vita non è obbligata a concederla a tutti.
Con l’aiuto del nonno, della mamma e degli altri numerosi personaggi (Eli il muratore spagnolo, l’italiano Toni, Madame Jelisaweta…) le parole delle scatole diventeranno frasi. La bimba insieme al nonno Tat creerà "l’enciclopedia delle buone ragioni" e, assistendo alle discussioni degli adulti, incontrerà “argomenti di discussione” e “questione di punti di vista” entrambi costituiti da parole che appartengono alla scatola del futuro perché ancora troppo piccola per partecipare ai discorsi dei grandi, nonostante a volte lei ne sia proprio l’oggetto.

Attraverso le parole la bambina impara a comprendere il mondo, a capire gli altri e proprio attraverso queste stesse parole la Cantieni introduce importanti tematiche sociali.
Con “adozione”, parola chiave del libro, l’autrice non presenta solo il tema degli orfanotrofi, della realtà dei bambini abbandonati spesso violenti e spesso costretti a subire violenza a loro volta, ma ci mostra anche i sentimenti e la sofferenza di coloro che non possono avere figli e il modo in cui queste persone vengono spesso sminuite e mortificate dal prossimo.
Altro argomento attuale e controverso è quello legato alle parole “inforestierimento”, “politica”, “referendum” e “democrazia” che ci riportano al tema scottante del razzismo, degli stranieri sfruttati dalla società eppure indesiderati. La solitudine, la nostalgia di casa e contemporaneamente il terrore di essere cacciati da un paese straniero dove si ha la possibilità di guadagnare qualcosa per sopravvivere ed aiutare la propria famiglia rimasta in patria. Il timore da parte di chi è riuscito ad inserirsi di perdere quel poco che si è conquistato. L’insofferenza e l’incomprensione, la paura della diversità…

La bambina trova il calore di una famiglia e giorno dopo giorno riconquista serenità ed equilibrio, ma osservando il mondo intorno a lei, continua a scontrarsi quotidianamente con situazioni disperate e tristi come quella di Eli costretto a vivere nascosto in una cantina per non essere espulso dalla Svizzera o quella di Milena costretta a vivere in un armadio.

Tantissimi sono i temi sociali toccati in questo libro: la povertà, l’emarginazione, il razzismo, il problema degli anziani sono solo alcuni di questi. Da sottolineare la bravura della Cantieni nel riuscire a presentarceli attraverso gli occhi della bimba. Nonostante la cupa e angosciante atmosfera del funerale della vicina, l’autrice riesce a strapparci un sorriso quando leggiamo che “la vicina voleva diventare cenere e sarebbe finita sottoterra in un barattolo” e sorridiamo quando riferendosi alla siccità in Africa la bambina ci dice che lì i fiumi e i laghi si prendono lunghi periodi di vacanza…oppure quando la bimba ci racconta del padrone di casa che era solito dire “la gioia spartita è gioia doppia” e fa costruire un muro all'interno di un appartamento, ricavandone due abitazioni cosicché a lui possa toccare la doppia gioia e ai poveri la gioia spartita.

Un libro commovente ed intenso, malinconico e struggente, a tratti anche duro come un pugno nello stomaco. 
Un romanzo che costringe il lettore a riflettere…assolutamente da leggere.


1 commento:

  1. wow un libro certamente impegnato ed emozionante, non vedo l'ora di leggerlo!

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