lunedì 23 settembre 2013

“La meraviglia della vita” di Michael Kumpfmüller

LA MERAVIGLIA DELLA VITA
di Michael Kumpfmüller
NERI POZZA
Müritz, luglio 1923. Franz Kafka è ospite della sorella Elli nella casa presa in affitto per le vacanze estive. Il celebre scrittore, affetto da tubercolosi e reduce da vari ricoveri in sanatorio, spera di trarre giovamento dal soggiorno nella località turistica sul Mar Baltico.

Qui “il Dottore” conosce Dora Diamant, una giovane ebrea ortodossa, che lavora nella colonia estiva di Müritz per i bambini ebrei.
Tra i due è amore a prima vista e, nonostante i problemi di salute di lui e la differenza d’età (Franz ha 40 anni e Dora solo 25), decidono di vivere questo forte sentimento che li lega.
Si trasferiscono a Berlino, dove lo scrittore prende in affitto una stanza e la ragazza si trasferisce quasi subito da lui.
Da sottolineare che per l’epoca, quella di convivere senza essere sposati, fu una scelta decisamente coraggiosa.
Vivere a Berlino si rivela più complicato del previsto: l’inflazione è alle stelle, il cambio di un dollaro si aggira su un milione di marchi, il denaro non basta mai e la salute di Kafka continua a peggiorare.
Dora e il Dottore cercano di fare del loro meglio per isolarsi da tutto e da tutti, di vivere la loro storia giorno per giorno, senza fare progetti a lungo termine consapevoli del fatto che, per loro, il tempo a disposizione è davvero limitato.
Non ne parlano mai, loro sanno ma tacciono, fanno finta di credere che la malattia possa scomparire, che lo scrittore possa guarire e che il miracolo possa accadere.
Gli ultimi mesi sono costretti a trasferirsi a Kierling, vicino a Vienna, dove lo scrittore viene ricoverato nel sanatorio locale e dove nel giugno del 1924 spirerà tra le braccia della donna amata.

Nella vita di Franz Kafka, prima dell’incontro di Müritz, c’erano state due donne molto importanti: Felice Bauer, con la quale romperà il fidanzamento, e Milena Jesenská, una donna sposata e per nulla intenzionata a lasciare il marito.
A differenza dei precedenti rapporti, Kafka troverà con Dora, non solo l’amore ma anche la stabilità e la serenità, sebbene costretto a rompere con Praga e la sua famiglia per poter vivere liberamente questa passione.

Nonostante l’apparenza “La meraviglia della vita” non lo si può definire un romanzo triste. Il messaggio che trasmette è un messaggio di speranza: la vita merita di essere sempre vissuta, perché ogni cosa è possibile, in ogni momento potrebbe accadere qualcosa di bello e spesso non sarebbe possibile ritrovarsi a vivere certe emozioni se non ci fossero stati precedentemente eventi contrari.
I percorsi dell’esistenza sono tortuosi e insondabili, spesso avversi, ma nel bene come nel male la vita ci sorprende sempre con la sua imprevedibilità.

“La meraviglia della vita” è un romanzo malinconico, questo sì. Kumpfmüller, attraverso una scrittura evocativa che scorre lenta e piana, come se la storia ci venisse sussurrata nel silenzio, ci racconta una bella storia d’amore, struggente e sofferta.
Una storia che ricorda gli amori di altri tempi, gli amori romantici dell’Ottocento come quello di John Keats e Fanny Brawne anch’essi divisi dalla malattia di lui, una malattia che non perdona.

Kumpfmüller è bravissimo a ricostruire una storia di cui purtroppo non è rimasto alcuna traccia tangibile. Tutta la corrispondenza tra i due amanti è andata perduta, confiscata nell’agosto del 1933 insieme ad altri scritti dello scrittore, quando la casa di Dora fu perquisita dalla Gestapo. 

Attraverso le pagine di questo libro facciamo la conoscenza con personaggi vicini a Kafka, come gli amici più intimi, Robert Klopstock e Max Brod; le sue sorelle, in particolare l’amata Ottla e la protettiva Elli; leggiamo del difficile rapporto che lo scrittore aveva con il padre…
Tutto questo fa de “La meraviglia della vita” una biografia romanzata curata e ben scritta dell’ultimo anno di vita dello scrittore praghese, che ci svela nuovi aspetti del carattere di Franz Kafka e ce ne ricorda nel contempo quelli più conosciuti.

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