domenica 1 dicembre 2013

“Acquanera” di Valentina D’Urbano

ACQUANERA
di Valentina D’Urbano
LONGANESI
"Dieci anni senza mai tornare.
Quando arrivo è quasi mattina e piove, una pioggia di traverso, gelida, che ti taglia la faccia.
A Roccachiara è sempre così. Fa freddo e piove, oppure l’umidità è talmente densa che fa lo stesso, è come se piovesse.
Mi incammino per la via principale del paese e tutto è uguale a come mi ricordavo, sembra una fotografia, non cambia mai. Le case costruite una addosso all’altra, le inferriate dei negozi ancora chiusi, le stesse insegne di trent’anni fa. Le strade strette e desolate, i vicoli con le fioriere appese accanto alle porte.
Non c’è nessuno, solo la pioggia.
Tutto il resto è il silenzio.
Dicono che tutto questo silenzio provenga dal lago. Si solleva come nebbia, si spande per il paese, soffoca tutti i rumori."

Inizia così “Acquanera” il secondo romanzo di Valentina D’Urbano pubblicato nel 2013 da Longanesi ad un solo anno dall’uscita del suo libro d’esordio “Il rumore dei tuoi passi”.

“Acquanera” è la storia di tre donne: Elsa (la nonna), Onda (la madre) e Fortuna (la figlia).
Tre generazioni di donne straordinarie e dotate di particolari capacità, legate tra loro non solo da vincoli di parentela ma anche da segreti inconfessati.
Il romanzo si apre con il ritorno in paese dopo dieci anni di assenza di Fortuna.
Roccachiara è un luogo totalmente nato dalla fantasia dell’autrice, un paese chiuso tra la montagna alle sue spalle ed il lago più in basso, uno specchio d’acqua scura e minacciosa circondato da fitti boschi. Unica indicazione geografica è la vicinanza con il confine austriaco.
A richiamare al paese natio Fortuna è il ritrovamento dei resti di una donna, molto probabilmente quello che resta del corpo della sua amica Luce, scomparsa proprio dieci anni prima.
Il passato si riaffaccia prepotentemente nella vita di Fortuna che, nonostante abbia provato nel corso degli ultimi anni a lasciarsi tutto alle spalle, deve inevitabilmente affrontarlo facendo i conti con  ricordi e sentimenti sepolti ma mai completamente sopiti.

“Acquanera” è una storia affascinante e inquietante. Un romanzo misterioso come misteriose sono le sue protagoniste.
Pur trattandosi di una storia “fantastica”, il cui filo conduttore è il paranormale: Elsa avverte la presenza degli spiriti dei trapassati, Onda è una medium che dialoga con loro e la stessa Fortuna non è del tutto priva di doti particolari delle quali non voglio anticiparvi nulla…nonostante gli eventi fuori dal comune narrati nel romanzo, i personaggi riescono ad essere dolorosamente reali.

Elsa è una donna forte, custode di una sapienza antica, una madre spaventata dalla propria figlia ma allo stesso tempo una nonna preoccupata e amorevole.
Onda, costretta da Elsa a portare a termine la gravidanza, non riuscirà mai ad amare la figlia. E’ assolutamente priva di istinto materno, è una donna che rifiuta totalmente la maternità. La sua è una personalità selvaggia, asociale e difficile.
Fortuna da bambina cerca in ogni modo di essere accettata e amata da Onda ma crescendo prende coscienza dell’impossibilità che il suo desiderio si possa avverare. E’ una ragazzina emarginata e sola fino a quando incontrerà Maria Luce, la sua amica “per sempre”, la figlia del becchino del paese, una bambina abituata a vivere nell’ombra. Luce come Fortuna è discriminata e rifiutata dalla società. Tutti hanno paura di lei e una volta cresciuta, pur diventando una bellissima ragazza, in paese continueranno a temerla e ad evitarla.

La storia mi ha ricordato a tratti un celebre film del 1999 con Bruce Willis intitolato “Il sesto senso” dove il bambino protagonista è continuamente circondato da anime vaganti che vogliono comunicare con lui. La scena in cui Cole Sear dice al Dr. Malcolm Crowe “vedo la gente morta” mi è tornata subito in mente quando Onda viene condotta dallo spirito del nonno Angelo sulle sponde del lago.
Un’altra immagine poi mi ha riportata al mondo del cinema: il momento in cui Fortuna vede per la prima volta Luce, l’apparizione della bambina “fantasma” bianca e grigia e nera che siede a gambe incrociate su una tomba sembra proprio uscita da un film di Tim Burton.

Attraverso una prosa asciutta e scorrevole, Valentina D’Urbano riesce ad incatenare il lettore alle pagine rendendogli quasi impossibile interromperne la lettura. Al lettore attento inoltre non possono sfuggire tutti gli indizi che la D’Urbano sapientemente inserisce all’interno della storia e che anticipano i colpi di scena finali.

 “Acquanera” è un romanzo affascinante e avvincente, una lettura che vi coinvolgerà emotivamente dalla prima all’ultima pagina.                                                                                       



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