mercoledì 23 aprile 2014

“Si lasciano tutti” di Simone Laudiero

SI LASCIANO TUTTI
di Simone Laudiero
Sperling & Kupfer
Roberto è fidanzato da quasi due anni con Sandra. Entrambi fanno fatica a sbarcare il lunario: lui è un impiegato che guadagna solo ottocento euro al mese e lei non ha un reddito fisso.

Nonostante la precaria situazione finanziaria però sono decisi ormai a compiere il grande passo: la convivenza.
Roberto si trasferirà a breve a casa di Sandra o meglio nella casa di proprietà della nonna di lei.
L’anziana signora si è trasferita ormai da anni con il marito in campagna lasciando alla nipote l’usufrutto gratuito dell’appartamento in città e dell’annesso terrazzino dal quale si riesce a cogliere la vista di uno spicchio di mare.

Ma un giorno all’improvviso tutto precipita, i nonni ottantenni di Sandra decidono di divorziare apparentemente senza motivo.

La nonna, l’inflessibile Signora Rotello, vuole una volta tornata single riappropriarsi del suo vecchio appartamento e lasciare la campagna.

Tutti i piani di Roberto e Sandra rischiano di andare in fumo, ma Roberto non è disposto ad accettare passivamente la situazione creatasi e a rinunciare all’amato terrazzino.
Inizia così una corsa contro il tempo per cercare di risolvere il mistero di quella che sembra ormai una separazione inevitabile. Perché due ottuagenari dovrebbero volersi dividere dopo una vita insieme? Qual è la vera ragione che si cela dietro questo assurdo comportamento?

Il racconto si sviluppa in un susseguirsi di eventi straordinari, situazioni al limite dell’assurdo e coincidenze impossibili.

A far da sfondo alla storia di Roberto e Sandra e delle loro famiglie, c’è il racconto della vita amorosa di Roberto, un susseguirsi di fallimenti che vengono elencati ed analizzati nei minimi dettagli.
Roberto ricorda ed esamina ogni sua storia fin dalla prima fidanzatina, la mitica Sonia Parisio, quando ancora frequentava la scuola media.

“Si lasciano tutti” è un romanzo estremamente contemporaneo, è il racconto di uno spaccato di vita, la nostra vita nella quale ognuno di noi può facilmente riconoscersi ed è proprio questa la forza del libro.
Tutti possiamo rivederci nelle storie di Roberto e dei suoi amici Minerva, Tommaso ed Anna.

Una vita dove tutto è precario non solo il lavoro ma pure i sentimenti, dove non ci sono più certezze se anche una coppia di ottantenni può decidere di separarsi da un giorno all’altro.
L’unico modo per sopravvivere è navigare a vista.

Al termine di ogni storia d’amore però c’è una certezza quella fatidica domanda che ognuno di noi si è sentito rivolgere da qualcuno ed ha rivolto a qualcun altro almeno una volta nella vita: “Perché?”
E’ inevitabile porre questa domanda quando tutto finisce ma la verità è che non c’è mai un perché oppure se preferite ci sono milioni di perché.

Mentre leggevo le pagine del libro di Laudiero mi tornavano alla mente alcune frasi di una celebre canzone scritta nel 1917, guarda caso proprio da un napoletano, Libero Bovio…

T'aggio vuluto bene a te.
Tu mm'hê vuluto bene a me.
Mo nun ce amammo cchiù,
ma ê vvote tu,
distrattamente,
pienze a me.

In fin dei conti la risposta è semplice: tutto nella vita passa, niente è eterno e l’amore non fa eccezione anche se è difficile da accettare.

L’impressione però è che il protagonista del libro come la maggior parte della gente non si sia mai innamorato davvero, abbia continuato a provare e riprovare, infilandosi in storie senza senso semplicemente per paura di rimanere solo.
Viene spontaneo chiedersi: e se comportandosi così ci si bruciasse l’unica possibilità di trovare l’anima gemella?


...il BlogTour continua su Inside a book 

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