mercoledì 3 settembre 2014

“Per sempre” di Susanna Tamaro

PER SEMPRE
di Susanna Tamaro
GIUNTI EDITORE
Nora e Matteo sono una coppia felice. Hanno un bambino di nome Davide e sono in attesa di un secondo figlio. Lui è un esperto chirurgo vascolare. La loro è una vita perfetta.
Una domenica però al rientro da una gita, la macchina di Nora sbanda e precipita da un viadotto dell’autostrada.
Matteo che segue la moglie con la propria auto, assiste impotente alla scena, costretto a guardare il terribile rogo che sta distruggendo tutta la sua famiglia.
L’uomo è annichilito dal dolore oltre che dal dubbio, istillatogli in seguito agli accertamenti della polizia stradale, che l’incidente sia stato provocato volontariamente da Nora.
Ogni giorno sprofonda sempre di più nell’abisso: inizia a mentire ai genitori, si stordisce con gli alcolici e trascura il lavoro.
Alla morte del padre, grazie ad una lettera di questi in cui lo esorta a non arrendersi e a perseguire quella “nobiltà dell’animo” che sempre aveva cercato di insegnargli e che a sua volta lui aveva appreso da suo padre, scatta qualcosa in Matteo che finalmente comprende che è giunto il momento di ricucire i pezzi della propria esistenza.
Lascia definitivamente il lavoro all’ospedale e si trasferisci sui monti.
Decide di tornare alla terra, alle cose semplici, ai ricordi di quando da piccolo, ospite a casa dei nonni, passeggiava per i campi.
Osservare la natura lo riavvicina alla vita: il cielo stellato, il trascorrere delle stagioni, la vicinanza degli animali selvatici e l’impegno di prendersi cura di quelli domestici.
Giorno dopo giorno Matteo ritrova se stesso e lassù, sulla sua montagna, dopo aver riparato il proprio cuore ferito è pronto ad aiutare chiunque il caso conduca alla sua porta.
La sua casa è aperta a tutti, per ognuno c’è un pezzo di formaggio, un po’ di vino o anche semplicemente un bicchiere d’acqua fresca.
Matteo non esercita più la professione di cardiochirurgo, ora egli è un medico dell’anima, perché solo chi ha conosciuto un dolore tanto profondo e lacerante può avere la capacità di comprendere la sofferenza e il disagio degli altri.

E’ passato molto tempo da quando lessi “Va’ dove ti porta il cuore”, ricordo che quel libro mi aveva profondamente commossa, ma ricordo anche che mi aveva lasciato una tale malinconia addosso che, nonostante mi fosse piaciuto immensamente, mi ero ripromessa che mai mi sarei avvicinata di nuovo ad un libro di Susanna Tamaro.

Gabrielle Zevin ha scritto “Bisogna incontrare le storie al momento giusto. Le cose che ci colpiscono a vent’anni non sono necessariamente le stesse che ci colpiscono a quaranta, e viceversa. Questo è vero nei libri e anche nella vita”.
Ecco, forse io semplicemente non ero ancora pronta ad affrontare quella lettura, ad accettare certe verità che fanno inevitabilmente parte della vita di ogni essere umano.

Lo scorso anno una cara amica mi ha regalato “Per sempre” costringendomi così a confrontarmi per la seconda volta con un romanzo della Tamaro.
Ho ritrovato le stesse emozioni di quando lessi “Va’ dove ti porta il cuore”, ma probabilmente l’età più matura e le esperienze di vita, mi hanno fornito la forza di poter affrontare queste pagine in un modo più maturo, facendomi trasportare dall’intensità del racconto senza però venirne schiacciata.

Il filo conduttore del romanzo è il dolore della perdita e la capacità che ciascuno di noi ha di affrontarlo.
Non tutti riescono a superare il distacco nello stesso modo, così Matteo non ha la stessa forza che suo padre aveva dimostrato quando appena quattordicenne, per colpa della guerra, perse non solo la vista ma anche che la sorella e il padre.

“Per sempre” è la storia di un amore totale e profondo che supera le barriere del tempo e dello spazio; una lunga lettera ad una persona che fisicamente non c’è più, ma che è ancora ben presente nella vita del protagonista che si rivolge a lei quasi fosse ancora in vita.

Il lungo e faticoso percorso di guarigione che Matteo affronta offre al lettore moltissimi spunti di riflessione.

E’ più che umano quando succede qualcosa di terribile, interrogarsi sui “se” e sui “ma” per riuscire a capire se ciò che è accaduto potesse essere evitato in qualche modo.
Così come è proprio dell’essere umano porsi la fatidica domanda “Perché?” e arrovellarsi il cervello cercando di rispondere ad essa come se riuscire a farsi una ragione di quanto accaduto, dipendesse esclusivamente dal comprenderne le cause, come se non fosse possibile accettare semplicemente che tutto sia dipeso dal caso, dalla sorte, dal destino.

Il romanzo fa riflettere su ciò che davvero conti nella vita come l’importanza dei sentimenti, degli amici e della famiglia…

Solo invecchiando ci si rende conto della gravità di certe parole e tutto ciò che abbiamo mancato – per superficialità, per egoismo, per fretta – comincia a pesare sul nostro cuore, ma il tempo ormai è andato e non torna più.

Ci porta a meditare sul tempo che crediamo ci sia concesso in quantità illimitata, siamo sicuri che il futuro sia nostro e invece quanto meglio sarebbe cercare di vivere ogni giorno pienamente come se fosse l’ultimo a nostra disposizione perché basta così poco perché tutto finisca…

Divertirsi sembra ormai l’unico imperativo del tempo libero.

Che dire poi dell’insensata frenesia che ci coglie nel cercare di riempire ogni attimo, senza mai fermarsi a riflettere su ciò che vogliamo veramente, su ciò di cui abbiamo bisogno, su quello che ci piace davvero?

(…) questo mondo sempre di corsa, affastellato di cose, prigioniero di una volgarità che inquina ogni respiro. Non ho dubbi che la prima cosa che ti avrebbe irritato sarebbe stata senz’altro il rumore. Tra tutte le forme di violenza è quella più sottile, più devastante.

Il nostro assurdo e continuo bisogno di classificare le cose, le persone…

I primi tempi non riuscivo ad accettare questo continuo bisogno di trovare una definizione. Non esisti se non c’è un aggettivo, un nome che aiuti a sistemarti da qualche parte.

E soprattutto la sconsiderata idea che qualunque cosa facciamo debba essere finalizzata a ottenere qualcosa, ossessionati continuamente dalla smania di possedere più di quanto ci sia necessario…

“Qual è il suo lavoro?”
“Produrre le cose che mi servono per vivere.”
“Tutto qui?” commentano, stupiti. “Ma non è un vero lavoro!” 

“Per sempre” è un romanzo che attraverso la storia di un uomo riesce a raccontare la storia dell’umanità.
Un libro elegante e toccante che arriva dritto al cuore del lettore.



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