mercoledì 19 novembre 2014

“Mr Selfridge” di Lindy Woodhead

MR. SELFRIDGE
di Lindy Woodhead
VALLARDI
Harry (Henry) Gordon Serfridge nacque a Ripon, un piccolo villaggio in Wisconsin. Nonostante i numerosi dubbi ed incertezze sulla sua data di nascita, oggi si crede di poterla collocare, senza grandi margini di errore, il giorno 11 gennaio del 1856.
Morì nel 1947, all’età di 91 anni, lasciando agli eredi solo 10.000 sterline dopo aver dilapidato una fortuna stimata intorno ai tre milioni di sterline.

Mr. Selfridge fu colui che per primo riuscì a coniugare shopping e seduzione.

Un uomo che grazie al suo intuito, alla sua fantasia ed al suo coraggio raggiunse lo scopo che si era prefissato ovvero essere ricordato come colui che riuscì “a dare dignità e nobiltà al commercio”.

Mr. Selfridge fu in grado, infatti, di capire il grande potenziale inespresso delle attività commerciali in Inghilterra che per quanto storiche e famose, tra esse possiamo evidenziare nomi quali Harrods, Barkers, D.H. Evans, Dickens & Jones e Liberty’s, erano ancora gestite quasi come fossero semplici botteghe.

Appassionato di statistiche e di proiezioni, grazie alle sue pianificazioni scientifiche, comprese per primo il valore del marketing e della pubblicità.

Uomo dalle mille risorse, era “abituato a recitare sempre, ancor più quando il denaro scarseggiava”.

Per primo comprese l’importanza della stampa e per tale motivo riservò ai giornalisti sempre un posto di primo piano da Selfridge’s, non mancava di inviare loro inviti per ogni evento organizzato all’interno del grande magazzino né di spedire ai direttori delle più prestigiose testate giornalistiche strenne natalizie e fiori a Pasqua.

Nella sua vita svolse tantissimi lavori: iniziò consegnando giornali, lavorò come contabile in banca e poi come impiegato assicurativo.
Ma come qualcuno disse, qualunque lavoro egli svolgesse “sembrava sempre uscito da una cappelliera”. 
Non è dunque strano che il lavoro che lo consacrò come “uomo di commercio” fu proprio l’impiego che riuscì ad ottenere da Leiter & Co. uno dei più grandi magazzini di Chicago che con le sue capacità contribuì a rendere uno dei più celebri di tutta l’America.

A Mr. Selfridge dobbiamo moltissime innovazioni, una tra tante possiamo ricordare la scelta vincente di collocare il reparto profumeria all’ingresso dei grandi magazzini.

Fu lui l’ideatore delle vetrine a tema, da Selfridge’s infatti la merce in vetrina non era più solo una mera esposizione di ciò che si poteva trovare in negozio, ma un vero e proprio racconto pieno di colore. Inoltre per la prima volta le vetrine rimasero illuminate anche durante la notte.

Pensò anche agli addobbi ed alle decorazioni per il negozio in occasione di avvenimenti sportivi e politici sia in città che in tutto il paese, per non parlare della magnificenza delle luci, delle decorazioni e degli spettacoli durante il periodo natalizio.
 
Sua fu l’idea che i commessi dovessero partecipare a dei veri e propri corsi di formazione durante i quali, per spronarli, veniva loro ripetuto come un mantra che:

Ci sono sei cose utili per aver successo negli affari: giudizio, energia, ambizione, immaginazione, determinazione e nervi saldi. Ma la più importante è il giudizio.

Selfridge’s in Oxford Street a Londra fu pensato come un luogo dove il cliente potesse essere compreso, coccolato e accudito.

H.G. Selfridge era dell’idea che anche l’aspetto del palazzo che avrebbe ospitato il suo negozio dovesse essere grandioso, una sorta di cattedrale dello shopping e fu così che con grande dispendio di energie e di denaro fece erigere un palazzo monumentale con colonne ioniche, numerose vetrine, ascensori e un giardino pensile.

Per gli impiegati era un piacere lavorare per il Principale, come lo chiamavano, ne erano letteralmente affascinati e non c’era nulla che non avrebbero fatto per ottenere la sua approvazione.

Selfridge’s fu il primo grande magazzino della storia ad avere un’infermeria, una sala stampa, un parrucchiere, un ufficio informazioni e persino una sala da tè.

Dobbiamo ricordare che quando Selfridge’s aprì i battenti nel 1909 le donne potevano uscire da sole quasi esclusivamente per recarsi in chiesa o alle riunioni di beneficenza e di volontariato, grazie a Mr. Selfridge trovarono un altro luogo pubblico dove poter andare senza destare scandali.

La sua vita fu talmente intensa e talmente scenografica che sembra quasi impossibile che il racconto che si legge in queste pagine sia una storia vera e non un’opera di fantasia; le persone che conobbe e che frequentò, le quantità di denaro accumulato e perso, il prestigio raggiunto fanno della vita di Mr. Selfridge un’esistenza davvero straordinaria.
Mr. Selfridge, come ogni grande visionario della storia, era però destinato, vivendo il suo sogno, a perdere il contatto con la realtà: donne e gioco d’azzardo lo condussero inevitabilmente alla rovina.

Particolarmente affascinante è il racconto dello scorrere del tempo: la guerra di secessione e le speculazioni sul commercio del cotone, la grande guerra ed il secondo conflitto mondiale, le incoronazioni e le elezioni dei primi ministri, il teatro, la musica, il cinema muto e l’avvento del sonoro, il cabaret, la radio, le prime televisioni, i voli aerei e sullo sfondo di tutto questo, Selfridge’s.

Mr. Selfridge fece parte di quel mondo che progrediva velocemente grazie a nuove tecnologie e a nuovi mezzi di trasporto, ed egli stesso contribuì in prima persona al progresso con il suo denaro ma sopratutto con la sua inventiva, sempre fedele al motto “business as usual “(affari come sempre).

E nel frattempo la moda stessa cambiava, apparvero le prime modelle e le prime sfilate, gli abiti si facevano sempre più aderenti, più corti, più sportivi; il cotone, la seta e le fibre naturali soccombevano sotto l’avvento dei nuovi tessuti sintetici, la biancheria intima si modificava passando dai corsetti di stecche per arrivare al reggiseno ”a coppa”, la sartoria lasciava il posto al prêt-à-porter mentre l’uso del make-up veniva sdoganato anche per la donna comune. I nomi della moda erano Elizabeth Arden, la grande Coco Chanel e quello della sua antagonista Elsa Schiaparelli.

“Mr Selfridge” è una biografia molto intrigante la cui lettura scorre velocemente come un romanzo ed è istruttiva come un saggio; su questo libro si basa la famosa serie televisiva.

Al lettore attento non può sfuggire che, al di là di una trama affascinante, il libro di Lindy Woodhead abbia alle spalle anche un lavoro di ricerca meticoloso e dettagliato che trova conferma nella vastissima bibliografia riportata al termine del volume a beneficio di chiunque voglia approfondire gli argomenti trattati.

L’autrice, non solo ci conduce abilmente in un mondo dorato fatto di guanti, profumi e tessuti preziosi, ma ci fa conoscere anche il rovescio della medaglia quello fatto di ricerca di capitale, di acquisto/vendita di azioni ordinarie e privilegiate, di dividendi, profitti e perdite.

Una biografia trascinante e ammaliante che ci fa rivivere il tempo passato in ogni minimo dettaglio! 

La moda è lo specchio della storia. Riflette i mutamenti politici, sociali ed economici, piuttosto che il capriccio individuale.
(Luigi XIV)



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