domenica 8 novembre 2015

“La figlia del boia e il monaco nero” di Oliver Pötzsch

LA FIGLIA DEL BOIA
E IL MONACO NERO
di Oliver Pötzsch
BEAT
Edizione originale NERI POZZA
“La figlia del boia e il monaco nero” è il secondo romanzo della serie che vede protagonista il boia di Schongau, Jacob Kuisl.

Come già anticipatovi nel mio post dedicato al primo capitolo della serie intitolato “La figlia del boia”, l’autore Oliver Pötzsch è particolarmente legato alle vicende della dinastia Kuisl essendone egli stesso un discendente.

“La figlia del boia e il monaco nero” si apre subito con un omicidio.
Dopo appena poche pagine, infatti, si entra già nel cuore della vicenda: il parroco di San Lorenzo, Andreas Koppmeyer, viene avvelenato dopo aver fatto una scoperta eccezionale.
Il medico Simon Fronwieser chiamato a constatare il decesso del parroco si accorge fin da subito che non si tratta di una morte naturale, fa quindi accorrere il boia Jacob Kuisl, esperto di erbe medicinali e piante velenose, per confrontarsi con lui.
Iniziano così le indagini che i due personaggi sempre affiancati dalla bella, intelligente e coraggiosa figlia del boia nonché innamorata del medico, Magdalena Kuisl, condurranno nonostante i numerosi ostacoli che inevitabilmente incontreranno sul loro cammino.

Ancora una volta i tre protagonisti dovranno scontrarsi con gli interessi economici della città e dei suoi eminenti cittadini, avidi commercianti e mercanti senza scrupoli, ma in questo racconto a rendere la vita particolarmente dura ai nostri capaci investigatori ci saranno anche altri personaggi, personaggi legati al mondo religioso, particolarmente abili ad occultare e a manipolare la verità.

La storia di questo secondo libro è, se possibile, ancora più avvincente di quella del primo episodio.
Tra bande di briganti violenti, imboscate e assassinii, in un mondo dove nessuno è in realtà colui che dichiara di essere, rovesciando continuamente le poche certezze che il lettore crede di avere, Oliver Pötzsch crea un racconto avvincete, coinvolgente e ricco di immaginazione.

“La figlia del boia e il monaco nero” è uno stupendo romanzo storico che ci porta indietro nel tempo, in grado di farci rivivere in prima persona le vicende ambientate nella Baviera della seconda metà del XVII secolo.

La ricerca del tesoro dei Templari attraverso gli splendidi paesaggi del Pfaffenwinkel, i maestosi monumenti architettonici e la descrizione delle antiche cripte, la presenza di interessanti personaggi come la mercantessa Benedickta Koppmeyer o fratello Jakobus, solo per citarne alcuni, il susseguirsi serrato di indovinelli, indizi, ritrovamenti e la corsa contro il tempo che i protagonisti devono affrontare non solo per risolvere il caso, ma soprattutto per salvare le proprie stesse vite, fanno di questo romanzo un libro da leggere senza interruzioni, conquistati fin da subito dalla storia mozzafiato ed intrigante.

Quasi a dimostrazione della grande capacità dell’autore di conoscere i gusti del lettore, alla fine del libro troverete una graditissima “Guida turistica del Pfaffenwinkel”, poche pagine che accenderanno in voi il desiderio, nel caso non l’avesse già fatto la lettura del romanzo, di recarvi direttamente sui luoghi della vicenda raccontata da Oliver Pötzsch.

Volutamente in questo post non vi ho anticipato molti particolari della storia, perché credo che sia un romanzo tutto da scoprire, un giallo / thriller che deve essere gustato pagina per pagina partecipando in prima persona allo svelarsi degli eventi e allo scioglimento degli enigmi posti sulla strada dei protagonisti e quindi conseguentemente anche del lettore stesso.

Ancora una volta posso però tranquillizzarvi nel dirvi che, se non amate leggere sequel e affini, anche questo volume come il precedente può essere letto come un romanzo a sé e non necessariamente come una puntata di una serie.

Personalmente ho trovato entrambe le storie così avvincenti da sentirmi fin da ora sicura di potervi dare presto appuntamento alla prossima puntata intitolata “La figlia del boia e il re dei mendicanti”.



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