domenica 1 aprile 2018

“Sigismondo e Isotta” di Maria Cristina Maselli


SIGISMONDO E ISOTTA
di Maria Cristina Maselli
PIEMME
Romanzo d’esordio di Maria Cristina Maselli, “Sigismondo e Isotta” racconta la storia d’amore tra il signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta, e Isotta degli Atti, la figlia di un piccolo nobile della zona.

Nel 1437 Isotta, all’epoca una bimba di appena cinque anni, incrocia per la prima volta la strada del ventenne Sigismondo; dovranno passare però altri sette anni prima che la giovane abbia la possibilità di incontrarlo nuovamente.

Francesco degli Atti, agiato cambiavalute e mercante di lane, è divenuto nel frattempo consulente economico del signore di Rimini e, proprio grazie alla carica paterna, Isotta ha la possibilità di frequentare finalmente il suo principe.

Poiché Sigismondo è sposato con Polissena Sforza, sua seconda moglie, e Isotta è stata cresciuta per diventare una devota sposa e non certamente un’amante, non sarà per nulla facile per i due innamorati poter coronare il loro sogno d’amore.

Sigismondo Pandolfo Malatesta è un uomo testardo e di rara intelligenza, mentre Isotta una donna costante ed innamorata, così, a dispetto di avversità, insidie ed incertezze, alla morte di Polissena, nonostante la ragion di Stato sembri volere un’altra donna di nobile lignaggio accanto al signore di Rimini, l’amore trionfa.

Senza curarsi di insidie, intrighi, avidità e inganni dopo qualche anno, infatti, Sigismondo sceglie di fare di Isotta degli Atti la sua nuova consorte.

Il romanzo di Maria Cristina Maselli racconta la storia di un amore la cui leggenda ha attraversato i secoli, un amore che ancora possiamo vedere celebrato nel Tempio Malatestiano di Rimini, dove riposano le spoglie mortali dei protagonisti della vicenda.

Il Tempio Malatestiano è il luogo dove, secondo il desiderio di chi l’ha pensato e voluto, l’amore di Sigismondo e Isotta appare in tutta la sua forza in quelle due lettere intrecciate S ed I, lettere che sono sì le iniziali di Sigismondo, ma sono soprattutto le iniziali del signore di Rimini e dell’amore della sua vita Isotta.
Isotta degli Atti, la donna per la quale, ancora prima che divenisse sua moglie, Sigismondo aveva fatto erigere un monumento funebre degno di una principessa, dimostrando anche nella vita affettiva lo stesso coraggio che era solito dimostrare sui campi di battaglia.

“Sigismondo e Isotta” è un vero romanzo d’amore, ma non per questo dovete aspettarvi una storia melensa e sdolcinata, perché Sigismondo Pandolfo Malatesta, per quanto uomo appassionato e innamorato, aveva comunque un carattere forte e indomito e difficilmente si lasciava piegare.
Era ben conscio del fatto che l’amore è istinto e passione, ma era altresì ben consapevole del fatto che non gli era concesso di governare in preda a questi sentimenti, il bene della corte infatti doveva essere sempre garantito.

Da parte sua la bella Isotta degli Atti era una donna combattiva seppur a volte anch’essa avesse bisogno di conforto e fosse soggetta a colpi di testa; nonostante l’amore profondo che la legava al suo signore era talvolta colta dal dubbio, dall’ansia, dalla paura.
Tempus loquendi, tempus tacendi, era il suo motto, ma non sempre era facile per lei riuscire a dominare l’orgoglio, rimanendo in silenzio senza reclamare nulla.

Ovviamente la fantasia dell’autrice, come per sua stessa ammissione, ha dovuto sopperire ad alcune lacune storiche, ma le licenze letterarie che la Maselli si è concessa sono più che giustificate visto il risultato.

Il romanzo scorre veloce, appassiona e coinvolge il lettore portandolo sui campi di battaglia e rendendolo partecipe degli intrighi di corte e delle schermaglie amorose.

Ho apprezzato inoltre l’idea di apporre in corsivo parole tratte da lettere, citazioni, frasi e versi originali principalmente d’epoca malatestiana o di autori più o meno recenti.
In particolare, in coda ad alcuni capitoli vengono citati il Liber Isottaeus, un canzoniere amoroso commissionato in prima persona dallo stesso Sigismondo, e il De amore Iovis in Isottam liber di Porcellio Pandoni.

Non sono solo le vicende dei due protagonisti principali ad emozionare il lettore, ma anche la descrizione dei luoghi, degli eventi, degli artisti dell’epoca, senza dimenticare i personaggi solo all’apparenza secondari, ma in realtà fondamentali come il subdolo e vendicativo consigliere Abio, la ferma e fedele Dorotea, il coraggioso e leale Galeotto, solo per citarne alcuni.

Il libro di Maria Cristina Maselli ci regala uno splendido affresco dell’epoca attraverso un’attenta, seppur romanzata, ricostruzione storica del Quattrocento, un periodo feroce e bizzarro, un’epoca che passerà alla storia per la sua mutevolezza, un mondo dominato da lupi ai quali l’abile condottiero Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, era ben conscio di appartenere.



Nessun commento:

Posta un commento